«Il successo delle farmacie che vaccinano è stato straordinario, le persone si sono sentite a casa, protette, ben informate e i nostri farmacisti sono entusiasti di affrontare questa nuova sfida professionale», racconta Elisabetta Borachia, presidente di Federfarma Liguria, Regione in cui si è partiti con largo anticipo rispetto alle altre.
Sulle vaccinazioni Covid-19 in farmacia siete stati i primi a trovare un accordo con la Regione. Come è nata questa intesa?
Il progetto di fatto è partito a novembre quando, al tavolo delle trattative con il presidente Toti, ho assicurato che le farmacie liguri erano pronte a fare la loro parte nel progetto vaccini. Insieme abbiamo ipotizzato una collaborazione per le prenotazioni, per la consegna dei vaccini ai medici e anche la possibilità “eventuale” – allora era remota – di vaccinare in farmacia. E quando a gennaio è stata approvata la Finanziaria che prevedeva questa soluzione, abbiamo deciso che dovevamo da subito far partire il progetto, tanto grave era l’emergenza vaccinale. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro con tutte le parti coinvolte, che sono tante: l’azienda informatica della Regione che si è occupata delle agende per le prenotazioni, le Asl che hanno profilato le farmacie per il loro inserimento nell’anagrafica vaccinale nazionale, il Dipartimento regionale delle politiche del farmaco per tutti gli aspetti procedurali, i distributori intermedi per la consegna dei vaccini, Promofarma Sviluppo per il programma dedicato alla gestione della movimentazione dei prodotti e ovviamente le associazione dei medici per l’inoculazione del vaccino. Ora abbiamo recepito l’accordo nazionale e i nostri farmacisti hanno completato i corsi e stanno eseguendo le vaccinazioni loro stessi in farmacia.
Quante farmacie hanno aderito in Liguria e quanti vaccini siete riusciti a inoculare alla settimana?
Siamo partiti in 52, poi ne abbiamo aggiunte altre 53 e in seguito siamo arrivati a circa 200 farmacie. Ogni medico è accreditato per il punto vaccinale in cui opera. Nella mia farmacia ruotano tre medici e nel periodo di picco sono sempre stati presenti. Abbiamo diverse tipologie di farmacie: quelle dei piccoli paesi che facevano 20 vaccinazioni a settimana e quelle dei centri più grandi che nei periodi di punta sono arrivate a 500. Al momento di massima richiesta complessivamente abbiamo garantito circa 10.000 vaccini.
Qual è il punto di forza della farmacia nella campagna nazionale?
La nostra forza è la capillarità e la facile accessibilità. Il ruolo delle farmacie è di servizio, nei nostri paesini in montagna abbiamo farmacie che hanno fatto 20 vaccinazioni alla domenica. Il nostro valore aggiunto è riuscire a non far muovere le persone dall’entroterra, dai paesini, spesso si tratta di anziani che dovrebbero sempre farsi accompagnare da qualcuno.
Fonte: estratto intervista su I-Farma del giugno 2021
